Os Discípulos (Eugene Burnand, 1898)

Os Discípulos (Eugene Burnand, 1898)

quinta-feira, 27 de novembro de 2008

La Goccia di Chopin - Preludio 15


Pag.299 del libro "L'autocoscienza del cosmo" BUR di Luigi Giussani
Siccome al mio papà piaceva Chopin più di tutti gli altri, avevo sentito almeno un centinaio di volte il quindicesimo preludio di Chopin (che si chiama appunto il "preludio della goccia"). Finché una volta, improvvisamente - ero in ginnasio o in liceo, non ricordo più (no, è stato in liceo, perché era connesso con il problema dell'esistenza di Dio) -, mi sono improvvisamente accorto che la bellezza del preludio di Chopin era apparentemente determinata, dettata dalla melodia di primo piano - che è bellissima, ha delle variazioni bellissime -, ma l'attrattiva del pezzo, la profondità del pezzo, la verità del pezzo non era nella melodia di primo piano: era in una nota che incominciava a farsi sentire leggerissima e poi cresceva, cresceva, cresceva, così che la melodia passava in seconda linea e invece ingrossava questa nota, sempre quella, sempre quella - proprio "mono-tono" -, sempre quella; e poi passava in secondo piano e poi ripassava in primo piano.
E quando uno incomincia ad accorgersi di quella nota, capisce che il tema del pezzo è quella nota e non la melodia, e quella nota diventa come una fissazione. Tant'è vero che alla terzultima o penultima battuta finalmente sembra che questa nota sia stata vinta: la melodia prende il sopravvento e detta le sue note lentamente, quasi dominando il campo. Ma dopo quattro o cinque di queste note che dominano il campo, tac tac tac: la goccia ritorna. E io ho capito improvvisamente, sentendo questo preludio di Chopin - dopo averlo sentito cento volte -, che questo è il senso della vita: il senso della vita è come quella nota, sempre quello, uniforme. Tutto il colore, tutta la varietà della vita è nell'apparenza; ma, pur essendo la varietà della vita, il colorito della vita, tutto nell'apparenza, non è quello il tema della vita. Quello che l'uomo vuole non è quello, quello che l'uomo aspetta non è quello: è piuttosto quella fissazione lì, che è il desiderio di felicità, il desiderio della felicità.
Quella nota li è nella melodia ciò che nell'uomo è il desiderio della felicità, l'esigenza del cuore, vale a dire il punto di fuga.
Sentitelo questo preludio di Chopin e poi vedrete. Dopo che ho capito questo, in tutti i pezzi di musica mi risulta la stessa cosa! Per esempio, il secondo movimento della Settima sinfonia di Beethoven, oppure il Concerto per violino e orchestra di Beethoven, oppure il Trio op.100 di Schubert... sono tutte cose che potreste sentire.
(By Sandro di Remigio - http://www.sandrodiremigio.com/)

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